Questa casa non è un hashtag! Genitori e figli su internet senza rete by Alessandro Curioni

Questa casa non è un hashtag! Genitori e figli su internet senza rete by Alessandro Curioni

autore:Alessandro Curioni [Curioni, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788857542829
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2017-07-27T22:00:00+00:00


Indimenticabili quei giorni, anche no

Ogni tanto le pulizie di primavera sono indispensabili. Si tratta del momento in cui alleggerite la vostra vita: vestiti che avevate dimenticato, soprammobili ormai segregati in un cassetto o peggio in cantina, pentole un tempo antiaderenti delle quali vi siete mangiati anche il teflon, montagne di carta che spaziano dai biglietti di auguri di quattro anni prima a bollette di operatori telefonici con i quali non avete rapporti da più di dieci anni. Questo accade nel mondo reale, ma sembra impossibile in quello virtuale. Sui vostri strumenti elettronici siete degli accumulatori seriali, perché “non si sa mai” e poi non avete la percezione che tutte quelle informazioni occupino spazio, dato che non siete in grado di apprezzarne fisicamente l’ingombro. L’abitudine riguarda anche i vostri spazi pubblici sulla Rete come i profili sui social e le vostre chat. Secondo le statistiche circa il 90 per cento degli adulti non cambia o cancella alcun contenuto di quelli che ha caricato, non rimuove il suo profilo da un social anche se inutilizzato, non disinstalla una app anche se non la usa. Internet e i vostri dispositivi si trasformano in una sorta di memoria storica con l’unico difetto di non essere esattamente privata. Proprio questo essere accumulatori può rappresentare un grosso problema che espliciterò con un piccolo racconto.

“Mamma, posso usare il tuo telefono?”

State per domandare la ragione, ma già sapete. Da quando avete installato sul vostro smartphone il suo videogame preferito è diventato un tormento. Nove anni era troppo presto perché ne avesse uno personale, ma avevate scoperto che in certe circostanze avere a portata di mano il suo gioco era molto utile, soprattutto in tutti quei momenti di noia in cui il pargolo diventava insopportabile: dalle cene con gli amici fino ai saggi di danza della sorella.

“Va bene, ma non più di mezz’ora, altrimenti non lo vedi per una settimana.”

Senza dire altro si appropria del mezzo e scompare nella sua camera. Dopo dieci minuti riappare. “Mamma, posso telefonare a Matteo, stiamo giocando insieme, ma devo parlargli.”

“Non potete sentirvi dopo?”

“Dai… è importante, mi deve dare una mano a salire di livello… Ti prego.”

Essendo la luce dei vostri occhi alla fine cedete. “Prendi il telefono di casa, ma quando dico basta…”

Con velocità fulminea si impossessa del cordless e si eclissa nuovamente.

Siete a casa, ma state ultimando la relazione per la presentazione che dovete fare la mattina seguente e finite per distrarvi. I trenta minuti sono triplicati.

“Andrea! Adesso basta, riportami il telefono.” Come vi aspettavate non arriva risposta.

“Andrea!” strillate. Questa volta avete utilizzato il tono minaccioso che ben conosce e il giovanotto si palesa con il vostro smartphone. “Come al solito è completamente scarico. Ti avevo detto mezz’ora! Se anche non faccio il cane da guardia, dovresti obbedire.”

Si allontana fingendosi contrito, ma sapete bene che tanto il rimbrotto gli è scivolato addosso come acqua fresca.

Mettete in carica il telefono collegandolo al PC, gli date qualche minuto per riprendersi e poi lo accendete. Con il senno di poi forse sarebbe stato meglio lasciarlo



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